• Incontro 1 - La Percezione 

E' importante prendere contatto in maniera più consapevole con i nostri cinque sensi. Ovviamente quando si parla di percezione visiva il senso per eccellenza è la vista; attraverso l'occhio il nostro cervello riceve gli stimoli visivi che gli consentono di formare le immagini. Ma attenzione: c'è differenza tra 'guardare' e 'vedere'. Guardiamo con gli occhi e vediamo, percepiamo, con la mente. Conoscere e allenare la percezione visiva vuol dire imparare a vedere. Gli esercizi che vi proponiamo vi aiuteranno ad avere un primo incontro con il medium disegno, a “sciogliere la mano” e a stimolare l'osservazione. Imparare a vedere e a disegnare con la parte destra del cervello secondo le teorie di Betty Edwards, professoressa d'arte alle State University di Long Beach, che negli anni '80 elabora questo innovativo approccio al disegno che ha fatto proseliti in tutto il mondo. Infatti il lento e periglioso processo, consistente nel percepire i dati spaziali e compositivi, non è realizzato dall'emisfero sinistro, bensì da quello destro. Proprio quello su cui andremo a lavorare. In questa prima lezione fermeremo lo sguardo su un punto, un luogo della nostra mano dal quale iniziare l'indagine. Percorreremo i declivi e le linee ed intanto tracceremo con la matita quello che vediamo. In questo modo registreremo le informazioni percepite tenendo gli occhi sulla mano, dimentichi del supporto. La memoria avrà un ruolo preponderante nella seconda parte della lezione, nella quale dopo un'attenta osservazione andremo a ritrarre la mano del nostro compagno. Simboli e visioni accumulate fin dall'infanzia influenzano il nostro disegnare a memoria. Ripetere un modello di riferimento ci dà la sicurezza di poter tracciare qualcosa che conosciamo sul foglio, ma l'obiettivo è proprio quello di svincolarci da questi schemi e liberare il segno. Molto utile infine, è giocare con la confusione percettiva generata dal disegnare un'immagine capovolta: ancora una volta la protagonista è la memoria che non si ritrova più senza il consueto orientamento, è destabilizzata e di conseguenza noi saremo portati a utilizzare la parte destra del cervello senza ricorrere a modelli e simboli.

  • Incontro 2 - La Linea: Dialogo tra pieno e vuoto 

La percezione visiva fa parte dell'evoluzione di ognuno, fa parte di noi, è funzione primitiva che ci permette l'orientamento nello spazio e il riconoscimento delle forme attraverso schemi e rappresentazioni mentali. La lettura di una forma che emerge dallo sfondo è una di queste convenzioni. Impareremo dunque a distinguere ciò che è 'figura' da ciò che è 'sfondo' e l'alternanza di pieni e vuoti in una composizione. La linea, codice di rappresentazione primigenio e primordiale, ci aiuterà in questo, definendo la forma, isolandola in qualche modo dallo sfondo.

  • Incontri 3 e 4 - Il Segno nello Spazio: L'impostazione del disegno

Lo schizzo è la realizzazione del modello effettuata con sole linee essenziali, che devono mantenere le giuste proporzioni in una relazione coerente tra i vari elementi compositivi dell'opera. Basandoci su un singolo elemento dell'insieme stabiliremo un'unità di misura che fungerà da riferimento per tutto il resto della rappresentazione. Nella seconda lezione è previsto un grado di difficoltà differente, superiore, in quanto proporremo degli esercizi più complessi.

  • Incontri 5, 6 e 7 - Il Chiaroscuro

Una volta metabolizzati i primi tre capisaldi delle capacità percettive del disegno – la definizione dei contorni, della composizione, di pieni e vuoti – è d'obbligo continuare nel nostro cammino conoscitivo affrontando la questione legata alla rappresentazione attraverso la percezione del chiaroscuro. Il chiaroscuro è un concetto fondamentale e complesso che necessita di un approccio graduale e, a questo proposito, il tratteggio è la tecnica grafica che meglio si presta ad un primo assaggio di tridimensionalità. Impareremo a vedere e disegnare luci e ombre come se fossero vere e proprie forme.

  • Incontro 8 - Verso il segno: geometrizzazione delle forme 

Opere di Picasso, Mondrian o Cézanne sono cardini per comprendere l'arduo percorso che conduce al superamento del concetto figurativo di rappresentazione legato al dato oggettivo. Esasperandone la plasticità, le forme perderanno il loro valore sentimentale di immagine per acquisire una nuova e sintetica identità. Impareremo dunque che ogni oggetto può essere racchiuso entro linee che ne circoscrivono il volume; la sintesi di questo insieme produrrà puri blocchi geometrici.

  • Incontro 9 - Bidimensionalità

Dalla semplificazione volumetrica procederemo nel nostro percorso di sintesi con la conseguente riduzione bidimensionale a figure piane. Scopriremo ed evidenzieremo insiemi e sottoinsiemi di forme andando a recuperare le fondamenta geometriche delle nostre immagini.

  • Incontro 10 - Ritorno al Segno: tra Linee di Forza e Gesto 

Il nostro percorso si conclude con il gesto. Un gesto che si realizza nell'unione di concetti quali direzione, energia, vettore. La forma spogliata diventa segno e scontro tra medium e supporto. Da questo scontro scaturisce la forza del gesto, la sua dinamicità e la sua incisività, ponendo l'attenzione sull'importanza del gesto artistico quale conseguente maturazione dell'idea di segno come astrazione che parte da un'immagine concreta. Dalla forma naturalistica al volume, alla forma piana, al gesto, al segno: l'evoluzione che si compie in direzione di un incontro con il contemporaneo. “Nelle varie fasi di questo processo di sintesi formale la figura possiede una forza espressiva che è, dal punto di vista dell'artista, decisamente superiore rispetto alla semplice 'copia' della realtà”.

Da segno a segno: dall'ABC del disegno al segno come sintesi

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Dal segno alla creazione